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Quei Napoletani da ricordare  (vol. 2)

 

 

Cap.51
A voce d’’e creature
Luigi Merola

Don Luigi Merola, noto come prete anticamorra è nato a Villaricca nel 1972 ed è da sempre impegnato, con sprezzo del pericolo al recupero dei giovani a rischio di cadere tra le grinfie del Sistema.
Frequenta il Seminario minore Paolo VI e il Seminario maggiore Ascalesi di Napoli. È ordinato sacerdote il 22 giugno del 1997.
Laureato (1996) e specializzato (1999) in teologia spirituale presso la facoltà teologica dell’Italia meridionale San Luigi, è assegnato, come prima destinazione, nella parrocchia di San Ludovico d’Angiò di Marano di Napoli, in qualità di viceparroco, dove resta fino al 30 settembre 2000. Qui porta avanti un folto gruppo di Azione Cattolica, organizza con i giovani l’assistenza serale ai barboni e ai senza dimora della Stazione Centrale di Napoli e si dedica all’educazione dei bambini più disagiati, organizzando un oratorio molto attivo e promuovendo la lotta contro l’usura.
Dal 1 ottobre del 2000 viene assegnato, prima come viceparroco e poi, dal 1º aprile 2004, come parroco in solidum, presso la parrocchia di San Giorgio Maggiore, nel quartiere napoletano di Forcella, dove resta per sette anni, fino al 24 giugno del 2007. La sua attività è rivolta specialmente ai bambini, che hanno la parrocchia come unico punto di aggregazione e di alternativa alla strada. Si adopera e promuove, tutti i pomeriggi, un doposcuola e si impegna per il riscatto civile e sociale del quartiere creando corsi di informatizzazione, musica, ballo, canto e laboratori di teatro. Intanto si laurea e si specializza in scienze sociali (2007) presso l’Università degli Studi G. Marconi di Roma.
Il periodo di permanenza a Forcella è stato segnato dal tragico evento, avvenuto il 27 marzo del 2004, dell’uccisione di una ragazzina, Annalisa Durante, trovatasi per caso a passare nel luogo dove era in atto un agguato camorristico. Ignorando gli inviti a mantenere un profilo basso, don Merola nell’omelia del funerale della ragazzina attacca duramente la camorra e, pur fatto oggetto di minacce, ha proseguito la sua opera di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata. Successivamente è stata aperta una scuola che tuttora porta il nome di questa ragazza. Nel 2003, inoltre, don Luigi ha fatto smantellare tutte le telecamere che erano state messe nel quartiere dai clan della camorra per controllare il territorio ed ha consegnato al questore una videocassetta per documentare lo spaccio di droga.
Questi sono solo alcuni degli atti che hanno dato inizio al calvario di don Luigi. Infatti, sempre nello stesso anno, viene intercettata la frase di un camorrista: Lo ammazzerò sull’altare. È proprio tale frase che segna l’inizio della vita blindata del parroco. Nel 2004 infatti gli viene assegnata la scorta, che don Luigi Merola ama definire "i miei angeli terreni". Ha descritto la sua situazione in un libro, Forcella tra inclusione ed esclusione sociale. Nel 2007 lascia il posto "in trincea" per trasferire il suo impegno a Roma con il Ministero dell’Istruzione, che lo nomina dirigente dell’Ufficio III presso la Direzione per lo Studente con l’incarico di promuovere la legalità in tutte le scuole di ogni ordine e grado, incarico che dura fino al settembre 2008. Dall’anno successivo gli viene assegnato un incarico di studio per la promozione della legalità nelle scuole e il contrasto alla dispersione scolastica.
Il 14 dicembre 2007 a Napoli, nel quartiere Arenaccia, fonda la fondazione di recupero minorile ‘A voce d’’e creature. La fondazione è stata voluta da don Merola per i ragazzi a rischio e in particolare per quelli che si sono allontanati dalla scuola. La frequentano in ottanta, tra i sei e i diciotto anni, altri quaranta sono nella sezione distaccata tra Pompei e Castellammare di Stabia; nelle due sedi si tengono lezioni di recupero scolastico, laboratori musicali (batteria, piano, chitarra) e teatrali, corsi di informatica, danza, sport e di formazione e lavoro.
Nel mese di marzo 2009 è stato insignito del Premio Roberto I Sanseverino, organizzato da “La Magnifica Gente dò Sud” e dalla città di Mercato San Severino. L’11 ottobre 2009, in occasione del VI anniversario della festa Pompei è Città, gli è stata conferita dal Sindaco D’Alessio la cittadinanza onoraria di Pompei. È stato insignito del premio nazionale Donato Carbone, giovane vittima della Sacra Corona Unita pugliese, nel 2007 dall’associazione S.I.N.G. - Oratorio volante Don Bosco - Onlus, ad Oria (Brindisi).
Interpreta sé stesso nel film di Antonio Capuano, L’amore buio, in una scena in cui tiene un discorso al carcere minorile di Nisida, salutato dagli applausi dei ragazzi-detenuti. È stato nominato consulente a titolo gratuito della Commissione Parlamentare Antimafia della XV e XVI legislatura. Per questo è stato definito parroco anticamorra, definizione che però egli non è solito attribuirsi.
In questi anni don Luigi ha visitato più di 1200 scuole in tutt’Italia. Dal 1 settembre 2010 al 31 marzo 2013 è stato parroco della chiesa di San Carlo Borromeo alle Brecce, in via Galileo Ferraris a Napoli. Dal 2010 è cappellano alla Stazione Centrale di Napoli.
Ha pubblicato nel 2011 il libro Il cancro sociale: la camorra, edito da Guida. Nel 2012 pubblica assieme a Marcello D’Orta il libro A voce ‘e creature edito da Mondadori. Nel 2013 pubblica I bambini di Napoli edito da Graf. Nel 2009 ha ricevuto il premio Paolo Borsellino nella città di Pescara.
È stato insignito del Premio Internazionale Bonifacio VIII il 25 novembre 2011; il 15 dicembre del 2011 ha ricevuto a Palermo il Premio Internazionale don Pino Puglisi; sabato 17 dicembre 2011 ha ricevuto il Premio Internazionale della Bontà nel Santuario di Loreto. Il 2 giugno del 2012, giorno della festa della Repubblica, a Roma, durante una cerimonia tenutasi al Palazzo del Quirinale, è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del titolo di Cavaliere della Repubblica per i suoi meriti in campo sociale.
Nel 2013 ha duramente attaccato la conduttrice televisiva Maria De Filippi definendola la cattiva maestra della gioventù italiana di oggi.
Ha scritto alcuni libri, mentre di altri è protagonista:
Luigi Merola, I Bambini di Napoli, Graf Edizioni 2013
Luigi Merola e Marcello D’Orta, ‘A voce d’’e creature, Milano, Mondadori 2012
Luigi Merola, Il cancro sociale: la camorra, Napoli, Guida, 2011
Luigi Merola, Forcella tra inclusione ed esclusione sociale, Napoli, Guida, 2007
Matilde Andolfo, Diario di Annalisa, Napoli: Pironti, 2005
Candio Cannavò, I pretacci, Edizione Rizzoli 2008
Purtroppo proprio in questi giorni Don Merola è ritornato alla ribalta, perché “A voce d’’e creature” è costretta a chiudere i battenti per mancanza di fondi.
Il fondatore è annichilito, ma nello sconforto affiora una nota polemica: «Sapete perché devo chiudere? Perché ho sempre rifiutato il denaro offerto dalla politica. Apprezzo molto l’operato dei magistrati napoletani ed in particolare del PM John Herry Woodcock, titolare di alcune inchieste che riguardano Nicola Cosentino, ex coordinatore del PDL in Campania». La fondazione di Don Merola risiede nella famigerata villa di bambù confiscata alla camorra e concessa in comodato dal Comune nel 2007 ed è sempre vissuta unicamente grazie all’autofinanziamento. «Ora debbo mettermi in giro per racimolare offerte per poter al più presto riaprire la struttura salvando centinaia di ragazzi, che altrimenti finirebbero arruolati nelle file della criminalità organizzata, la quale va combattuta con i fatti e non con le polemiche sui giornali».
Per il momento è tutto fermo, sia i percorsi scolastici per contrastare la dispersione sia i servizi di assistenza e di aggregazione sociale e culturale con la formazione di nuove figure professionali ed il recupero di antichi mestieri artigianali. Ci auguriamo, anzi siamo certi che, grazie ala grinta di don Merola, presto tutto tornerà a funzionare meglio di prima per il futuro dei Guaglioni napoletani.

Quei Napoletani da ricordare  (vol. 2)

 

 

 

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