Lettere al direttore:

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le "ragioni" di della Ragione  
proposte per Napoli e l'Italia 

Questi testi sono tratti da: "Le ragioni di della Ragione", un libro che raccoglie una scelta di lettere al direttore inviate da Achille della Ragione, negli ultimi tre anni, ai principali quotidiani italiani e campani ed inoltre una breve miscellanea di articoli, recensioni, relazioni congressuali, lezioni e discorsi scelti dall'opera omnia che l'autore licenzierà tra poco alla stampa in tre volumi.
Tutti i libri di Achille della Ragione sono reperibili a Napoli presso la libreria Neapolis (di fronte alla chiesa di San Gregorio Armeno) e  presso Graphicus, via San Bartolomeo 46

A Lady;
cagna dolcissima, vivrai sempre nel mio cuore

  1) La tangenziale di Ferdinando II
  2) Salviamo subito Villa Bisignano
  3) Aspetti trascurati: il ruolo dei commissari
  4) Strada con tre nomi primato imbattibile
  5) Nel vortice delle cartelle pazze
  6) Fecondazione artificiale, le ragioni dei laici
  7) Una piazza per Achille Lauro
  8) Falsità storiche su Achille Lauro
  9) Monumenti allo sbando
10) Via Achille Lauro? Ad una condizione 
11) La mostra di Gauguin, arte e disfunzioni 
12) Fate presto!!
13) Troppe porte chiuse per una città d'arte
14) Elogio della gonna, nostalgia del reggicalze
15) Giovani in toga, no a giudizi sommari
16) Barboni, non possiamo fare finta di non vederli
17) Offerta di lavoro a Cosimo Di Lauro
18) Rivisitiamo il Risorgimento
19) Utilizziamo gli embrioni abbandonati nei frigoriferi
20) Impresa memorabile l'11 gennaio 1943:l'abbattimento delle fortezze volanti
21) Assicurazione obbligatoria solo per il cittadino
22) La guerra per l'acqua
23) Appello per salvare "Scena Illustrata"
24) La verità sul termovalorizzatore
25) Singolare o plurale, Borbone senza pace
26) La negazione di Pietro riapparsa per...incanto
27) Trecento carabinieri per il consolato
28) L'arma segreta di Federico II
29) Liberalizziamo la droga
30) Strade e piazze l'opera di Marrone
31) L'Africa in vendita per un tozzo di pane
32) Napoli problema nazionale
33) SOS per padre Casolaro
34) Poggioreale il regime carcerario
35) Bracciale elettronico e carceri sovraffollate
36) Il cemento selvaggio sull'isola di Ischia
37) Firme sulle liste norme paradossali
38) Matrimoni internazionali


La tangenziale di Ferdinando II

   Gentile direttore,
nel 1853 il re borbone Ferdinando II realizzava la prima tangenziale al mondo:un'arteria di cinque chilometri, che, superando delicati problemi orografici, metteva in collegamento la parte occidentale della città con la parte orientale, permettendo l'urbanizzazione di vaste aree.
L'opera fu apprezzata in tutta Europa per le soluzioni tecniche e la velocità di esecuzione. I Napoletani cavallerescamente vollero dedicarla alla regina Maria Teresa, ma il toponimo ebbe breve durata, perché subito dopo l'unità d'Italia, i Savoia decisero che un nuovo nome dovesse ricordare il loro re conquistatore dell'antico regno, anche se la strada era stata realizzata da un altro sovrano.
Questa appropriazione indebita è passata sotto silenzio per 150 anni, ma è giunto il momento per fare giustizia di questi soprusi del passato, grazie al certosino lavoro di coraggiosi storici che, lentamente, ci stanno insegnando a rivalutare la nostra storia gloriosa.
Un invito al nostro sindaco a voler dedicare questa strada a chi l'ha ideata e realizzata nell'interesse della sua amata città: Ferdinando II.
Il Mattino 10 giugno 2003

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Salviamo subito Villa Bisignano

   Gentile direttore,
Villa Bisignano è una perla del Barocco smarritasi in un mare di degrado in uno dei quartieri periferici della città: Barra. Essa fu nel Seicento dimora di Gaspare Roomer, ricchissimo mercante, proprietario di una delle più importanti collezioni d'Europa, ricca di oltre mille dipinti. Nel Settecento il palazzo fu proprietà del principe di Bisignano, che l'arricchì ulteriormente di colonnati, fontane, scaloni ed uno straordinario orto botanico. La villa, oggi, proprietà comunale, ospita un plesso scolastico, mentre 4-5 famiglie hanno occupato abusivamente il resto del palazzo. Trattandosi di Napoli un abuso quasi normale, ma tra gli ambienti occupati c'è l'antica biblioteca, che raccoglie un prezioso ciclo di affreschi del famoso pittore Aniello Falcone, miracolosamente scampato. La famiglia impossessatasi dei locali respinge vigorosamente qualsiasi visitatore,, inclusi i professori di storia dell'arte della scuola, mentre numerosi piccioni coabitano nell'abitazione e sull'elegante porticato sono state erette abusivamente delle verande. Uno scandalo macroscopico che grida vendetta, possibile solo a Napoli. Della triste vicenda avevo informato, sfruttando una personale amicizia, il sottosegretario Sgarbi, il quale aveva promesso il suo immediato intervento. Purtroppo dopo due giorni, per le note vicende politiche, l'onorevole è decaduto dall'incarico, per cui non ci resta che indirizzare il nostro accorato grido di dolore al sovrintendente Nicola Spinosa, di cui è noto l'attaccamento ai beni consegnati alla sua tutela, ma soprattutto è proverbiale la focosa grinta con la quale sa difenderli, per cui possiamo attendere fiduciosi.
Il Mattino 29 settembre 2002

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Aspetti trascurati:il ruolo dei commissari

   Gentile direttore,
ho letto con interesse l'articolo, comparso sul settimanale "Sette", su Achille Lauro e la replica, il giorno successivo, sul "Corriere del Mezzogiorno" di Antonio Gava. Finalmente si torna a parlare del "Comandante" e si cerca di rivisitare errori storici e di giudizio divenuti inveterati.
Sarebbe il caso, non dico di dedicare una strada al grande armatore, alla sua epoca più potente del mitico Onassis (tenendo presente che a Napoli esistono vie e piazze dedicate ad illustri sconosciuti), ma almeno di discutere di due aspetti trascurati in mala fede dalla storiografia più recente.
1) I grandi volumi edilizi sviluppati a Napoli a partire dagli anni Cinquanta non videro la luce soltanto negli anni in cui Lauro era sindaco, bensì prevalentemente nei lunghissimi periodi dei famigerati commissari prefettizi, inviati dal governo democristiano per punire la città che votava monarchico.
2) Nessuno ha il coraggio di parlare del fallimento della flotta Lauro, una realtà meridionale che dava lavoro a circa 10.000 famiglie campane e che è stata distrutta in breve tempo, complici politici ed imprenditori ancora sulla cresta dell'onda. Una beffa per il Sud che grida vendetta oramai solo davanti a Dio, avendo la magistratura assolto tutti!
Se lo ritiene opportuno può consigliare ai lettori che volessero saperne di più di consultare il sito web achillelauro.vola.li
Corriere del Mezzogiorno 18 novembre 2003

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Strada con tre nomi primato imbattibile

   Gentile direttore, 
ho letto con interesse nella rubrica "Curiosità" de Il Mattino che l'autore dell'articolo sulla strada napoletana in possesso di due toponimi riteneva la circostanza degna di figurare nel Guiness dei primati. A tale proposito vorrei segnalare ai lettori un'altra strada che straccia ogni primato, essendo in possesso di ben tre nomi chiaramente espressi in tre distinte targhe che campeggiano austere ai lati della stessa. Trattasi di una perpendicolare tra via Piedigrotta e via Mergellina. Da un lato possiamo leggere la scritta "Jan Palach", al lato opposto due diverse lastre marmoree, l'una indicante "Traversa Mergellina" e l'altra, resa quasi illeggibile dal tempo e dall'incuria, "Vico lungo". Tale anomalia fu da me segnalata in un articolo pubblicato tempo fa e di cui mandai copia ai componenti della commissione toponomastica cittadina, senza sortire alcun risultato. 
Curiosità nella curiosità, in questa strada trovasi una dimenticata edicola votiva dedicata alla Madonna di Piedigrotta, un antico stendardo settecentesco, memore di chissà quante processioni, la cui effigie tradisce in maniera lampante delle sembianze virili, segno inequivocabile dei gusti particolari dello sconosciuto artista, il quale ha voluto immortalare il volto del suo amato glorificandolo e trasfondendolo in un'immagine sacra.
Il Mattino 20 settembre 2002

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Nel vortice delle cartelle pazze

   Gentile dott. Lubrano,
come tanti altri napoletani sono stato travolto dal vortice "cartelle pazze" scatenato inconsultamente dalla società di riscossioni Gestline, la quale in pochi giorni ha richiesto a vari membri della mia famiglia alcune migliaia di euro per contravvenzioni non pagate negli ultimi anni. Non sono uno stinco di santo, ma ho sempre pagato ogni multa, per cui ero certo dell'errore ai limiti dell'estorsione. Ho dovuto vagabondare, novello Fantozzi, per mattinate e mattinate , in file interminabili, in uffici collocati in vari punti della città, trascurando lavoro ed impegni familiari. Alla fine vittorioso ed in possesso dei sospirati documenti di sgravio mi reco per l'ultima fila nel girone infernale di via Sauro e non sento parole di scusa da parte della società di riscossione, ma una nuova richiesta di pagamento per cancellare l'indebita richiesta di pagamento!!Ogni commento è superfluo, ma una domanda è legittima:"La magistratura che ci sta a fare?". 
P.S.- Allego alcuni documenti a comprovare quanto dichiarato e mi dichiaro disponibile, se necessario, anche a partecipare alla sua trasmissione televisiva.(posseggo una formidabile dialettica ed una colossale faccia tosta).

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Fecondazione artificiale, le ragioni dei laici

   Gentile direttore,
a giorni il Senato affronterà, forte di una maggioranza trasversale, il dibattito sulla legge regolante la fecondazione artificiale, una normativa liberticida che, se approvata, farà precipitare l'Italia nel novero delle nazioni più arretrate e, cosa più grave, creerà una disparità intollerabile tra i cittadini, perché i più ricchi potranno recarsi all'estero ed usufruire delle tecniche più all'avanguardia, mentre tutti gli altri dovranno sottostare alle norme restrittive che saranno in vigore da noi.
Pochi ma significativi esempi: l'impossibilità di utilizzare la diagnostica pre-impianto rappresenterà una amara beffa per le numerose coppie affette da malattie genetiche, il divieto di utilizzare più di tre ovuli per la fecondazione, accoppiato al divieto di congelamento degli embrioni, costringerà le donne a sottoporsi a più cicli di trattamenti e prelievi di ovociti, con aumento dei costi e dei rischi e con una sensibile diminuzione della percentuale di successo. Nello stesso tempo il non poter utilizzare gli embrioni soprannumerari per la ricerca scientifica farà tornare il nostro Paese agli oscuri tempi di Galilei, con una impari lotta tra tolemaici e copernicani, mentre milioni di ammalati potrebbero viceversa usufruire delle applicazioni delle cellule staminali, moderne quanto efficaci pietre filosofali, in grado di guarire svariate patologie.
Una dimostrazione inoppugnabile dello strapotere cattolico e della più che avvertita assenza della voce dei radicali nelle aule parlamentari.

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Una piazza per Achille Lauro

   Gentile dottor Gargano,
La ringrazio di aver pubblicato su "Il Mattino" la mia proposta di dedicare una strada ad Achille Lauro.
A riguardo della speculazione immobiliare, mi permetto di inviarLe un mio libro, di recente pubblicato, il quale, in un capitolo, tratta con nuovi documenti gli anni travagliati del "sacco della città", cercando di dimostrare che il grosso delle nuove costruzioni nei quartieri alti napoletani non avvenne durante il periodo in cui Lauro era sindaco(1952-'58), bensì durante i tre anni della reggenza Correra, il famigerato commissario inviato dal potere centrale per punire la città che votava il partito monarchico.
Doveva rimanere in carica soltanto tre mesi per gestire le elezioni, regnò viceversa per oltre trenta mesi e cementificò interi quartieri.
Le segnalo queste mie ricerche unicamente per amore della verità.

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Falsità storiche su Achille Lauro

   Gentile dottor Gargano,
il verde (zona agricola) divenne giallo (zona edificabile) e non grigio, ma è oramai acclarato tra gli studiosi, storici ed urbanisti, che l'episodio della manomissione delle tavole del piano regolatore avvenne durante gli anni della reggenza Correra e non quando Lauro era sindaco. Basta leggere, per convincersene, la "Storia fotografica di Napoli" di Ermanno Corsi (pag. 282, che allego), un autore notoriamente non di simpatie laurine o gli scritti di autorevoli urbanisti come gli architetti Dal Piaz e Mazziotti o l'ingegner Guizzi( tutti da me citati nella bibliografia del mio libro su Achille Lauro). 
Sono stati questi ultimi, che Le scriveranno personalmente nei prossimi giorni, a convincermi a ritornare sulla questione, sempre e soltanto per amore della verità storica.
E trovandomi a puntualizzare vorrei segnalare che anche altri due casi emblematici di speculazione edilizia, attribuiti dalla vox populi al Comandante, videro la luce durante gli anni del commissariamento; mi riferisco alla famigerata muraglia cinese di via Aniello Falcone ed al mostruoso palazzo Ottieri di piazza Mercato.
Distinti saluti ed ancora grazie per avermi dedicato attenzione.

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Monumenti allo sbando 

   Gentile direttore, 
oggi, come ogni fine settimana, con un gruppo di una cinquantina di amici, ci siamo recati in visita a monumenti cittadini. Dopo la sosta nella chiesa di San Domenico Maggiore ci siamo recati presso il refettorio del convento, struttura gestita da personale del comune. Erano le ore 12, dopo aver superato nel vicoletto San Pietro a Maiella un tappeto di centinaia, anzi migliaia, di siringhe insanguinate e nonostante avessimo preannunciato la visita e l'orario di apertura sia fino alle 13 era tutto chiuso. Un negoziante ci ha segnalato che gli addetti erano tutti andati via da molto tempo. La stessa sorte ci è toccata nella vicina chiesa della Croce di Lucca:stessi orari di apertura, arrivo preannunciato il giorno precedente e porte sbarrate.
Sarebbe interessante conoscere pubblicamente cosa ne pensano l'assessore competente, il sindaco e perché no anche la Procura, che potrebbe controllare gli orari dei cartellini. 
Pubblicata con la replica dell'assessore alla N.U. Di Mezza il giorno successivo sul Corriere del Mezzogiorno (4 aprile 2004), col titolo "Decumani e spazzatura". La lettera è uscita inoltre su La Repubblica del 6 aprile e sul Roma il giorno 8

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Via Achille Lauro? A una condizione

   Gentile direttore
A Napoli vi è via Kagoshima e via Jan Palach, vico Scassacocchi e vico Fico, via dei Chiavettieri al Porto e via dei Chiavettieri al Pendino, ma nessuna piazza, via, vico, fondaco, cupa, strettoia che ricordi ai napoletani Achille Lauro!
Chi era costui? Uno sconosciuto Carneade, oppure il sindaco plebiscitario per anni della nostra città, l'abilissimo imprenditore, il presidente a vita del calcio Napoli, il più grande armatore di tutti i tempi nel mondo, o, come amava definirlo Antonio Girelli: l'ultimo re borbone.
Ad oltre venti anni dalla morte è giunto il momento di sdoganarlo e di farlo conoscere alle giovani generazioni, cancellando pregiudizi politici che non hanno più modo di esistere ai nostri giorni.
Il Mattino 9 febbraio 2004

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La mostra di Gauguin, arte e disfunzioni 

   Egregio direttore,
la mostra su Gauguin, organizzata dalla Soprintendenza, che si sta svolgendo a Castel Sant'Elmo è di altissimo livello ed attira numerosi visitatori anche da altre città, ma purtroppo è gravata da alcune pecche che potrebbero facilmente essere risolte. Un sistema di allarme in ogni stanza, che suona all'impazzata continuamente, rende impossibile qualsiasi spiegazione, annichilendo per intensità le famigerate trombe di Gerico.
Assenza assoluta di controllo all'ingresso, a tal punto che il pagamento del biglietto diventa un superfluo optional.(Io stesso, avendo acquistato da un mese 30 tagliandi per una comitiva di amici, divenuti all' ultimo momento oltre 50, sono rimasto con la metà dei biglietti in tasca.)
Il gravoso problema del parcheggio, nonostante attorno alle mura del castello, vi sia spazio per la sosta di centinaia di auto, vergognosamente lasciato inutilizzato.
Corriere del Mezzogiorno 4 novembre 2003 - Il Denaro 29 novembre 2003

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Fate presto!!

A giorni il Parlamento discutendo della legge sulla fecondazione assistita deciderà il destino delle decine di migliaia di embrioni congelati, conservati nei frigoriferi dei centri specializzati. Questi embrioni nelle altre nazioni più avanzate vengono utilizzati per ricavare cellule staminali, vere e proprie pietre filosofali, in grado di guarire le più svariate malattie. Da noi si prevede viceversa di distruggerli. Un "grido di dolore" sull'argomento è stato lanciato l'altro giorno da Luca Coscioni, presidente del Partito radicale, il quale, davanti ad oltre 500 congressisti, ha invitato l'opinione pubblica a meditare serenamente sulla spinosa questione.
Per chi non conosce il personaggio poche parole per presentarlo: Luca è affetto da una grave forma di atrofia degenerativa muscolare, che in breve tempo lo ha paralizzato completamente, pur lasciando lucidissimo il cervello e potenziata allo spasimo la sua voglia di vivere. Riesce a parlare con voce stridente e gia quasi oltretombale grazie ad un computer collegato ad un sintetizzatore vocale.
"Ho pochi mesi di vita e non posso attendere i progressi della scienza, ma la mia battaglia non deve morire. Lascio a voi il testimone, non mollate, non tradite le speranze di milioni di malati, che attendono fiduciosi le nuove terapie con le cellule staminali. A Natale il Papa avrà dal Parlamento il suo regalo : la distruzione di 30.000 embrioni, gettati nel cesso, mentre potrebbero rappresentare la guarigione per milioni di malati!!"
Sono parole lapidarie che non richiedono spiegazioni o commenti .Sono state accolte da una commovente "standing ovation" di 15 minuti, un'eternità, durante la quale tutti noi ci siamo avvicinati alla sua poltrona per applaudirlo da vicino e per fissare i suoi occhi magnetici, eloquenti e convincenti più di qualsiasi discorso.
Il Golfo 5 novembre 2003

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Troppe porte chiuse per una città d'arte

   Gentile direttore,
Napoli, città d'arte, più che una metafora è una pia illusione. Come sono lontani i giorni magici di Monumenti porte aperte, la straordinaria manifestazione ideata dalla baronessa Mirella Barracco, che diede orgoglio e speranza a tutti i napoletani, i quali, improvvisamente, si accorsero di avere alle spalle un glorioso passato e cominciarono a credere fermamente in un radioso avvenire. Il malaugurato appassionato di antiche memorie o il turista colto, che volessero avventurarsi in una visita della città, dovrebbero affrontare difficoltà di ogni genere e troverebbero luoghi chiusi da tempo immemorabile alla fruizione: dalle catacombe di San Gennaro e delle Fontanelle alla Farmacia degli Incurabili, dalle sale monumentali della Biblioteca dei Gerolamini alle chiese di Monteoliveto e di Sant'Agostino alla Zecca, dagli antichi palazzi nobiliari, che versano in uno stato di pietoso abbandono, alla sezione di scultura di San Martino, da anni allestita ed inavvicinabile per motivi statici. E potremmo continuare all'infinito, naturalmente senza dimenticare la Napoli (musei, mostre, chiese) non negata al pubblico, anche se ad orario ridotto e con personale spesso non motivato, ai limiti della strafottenza. 
Il Mattino 8 marzo 2004 - Corriere del Mezzogiorno 24 febbraio 2004 

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Elogio della gonna, nostalgia del reggicalze

   Gentile dottor Gargano, 
mi permetterà, tra tanti argomenti seri ed angoscianti (guerre, terrorismo, caro vita, disoccupazione, ecc.) trattare brevemente di una tematica apparentemente fatua, tessendo un elogio di un indumento oramai abbandonato e che una volta marcava la differenza tra i due sessi: la gonna, sostituita a livello planetario, in Occidente come in Cina, da jeans strettissimi che più stretti non si può. Le conseguenze per lo smaliziato occhio maschile sono state negative, omologando nell'anonimato belle e brutte. E non meno inquietanti sono risultati gli esiti sotto il profilo medico estetico, avendo dato luogo a celluliti, accumuli di adipe e vulvo vaginiti ribelli a qualsiasi terapia. Il tutto aggravato dal consequenziale abbandono delle calze tradizionali, soppiantate dal collant, una delle invenzioni più nefaste della storia...Se solo le gentili signore e signorine intuissero il dirompente effetto afrodisiaco di una minigonna o di un reggicalze, ben più potente di qualsiasi compressa di Viagra, si pentirebbero certamente. 
Il Mattino 30 Aprile 2004

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Giovani in toga, no a giudizi sommari

   Gentile direttore,
se dobbiamo sottoporci ad un difficile intervento chirurgico, non pensiamo nemmeno lontanamente di affidarci ad un medico neo laureato e lo stesso se dobbiamo consultare un avvocato o un commercialista per una questione delicata. Questa ferrea e logica regola viene quasi costantemente stravolta se, malauguratamente, ci troviamo nella veste di imputati, innocenti fino a prova contraria, ed entriamo in rotta di collisione con un Pm giovanissimo, uno sbarbatello carico di saccenza o più spesso una rampante e scatenata paladina della giustizia. Entrambi alle prime armi, in grado però di determinare il tuo destino. Forse la soluzione di questa paradossale situazione è nella tanto strombazzata divisione della carriere, certo è assolutamente insostenibile per i cittadini e per la Giustizia.
Il Mattino 2 luglio 2004

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Barboni, non possiamo far finta di non vederli

   Gentile direttore,
ad ogni angolo della città possiamo osservare uomini e donne di tutte le età, che bivaccano in condizioni igieniche spaventose, avendo fatto del marciapiede la loro casa. Discutendo del problema con amici, si sente dire spesso che la scelta del barbone di vivere per strada è libera e non spinta da necessità. Per rendermi conto della verità ho assunto direttamente informazioni presso il dormitorio pubblico di via Grande Archivio ed ho scoperto con angoscia che ogni sera decine di persone non trovano ricovero e sono costretti a passare la notte per strada. Notizia confermatami dal coraggioso parroco della vicina chiesa dei Ss. Severino e Sossio, il quale ha organizzato un servizio di assistenza spirituale. Ma anche il corpo ha le sue improrogabili necessità e credo che il dormire sotto un tetto sia una delle principali. Come potremo continuare placidamente ad addormentarci la sera nei nostri letti ora che sappiamo che uomini e donne più sfortunati di noi sono costretti a cercarsi un giaciglio di fortuna sulla pubblica strada!
Il Mattino 30 luglio 2004 - Roma 22 giugno 2004 - Corriere del Mezzogiorno 8 luglio 2004

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Offerta di lavoro a Cosimo Di Lauro 

   Gentile direttore,
la foto di Cosimo Di Lauro imperversa sui video telefonini dei teenager ed ha soppiantato le icone di moda, alle quali i giovani riservano la loro venerazione, da Leonardo Di Caprio, a Brad Pitt. E l'immagine del bel tenebroso riscontra eguale successo tra ragazze e ragazzi, le prime colpite dal fascino magnetico degli occhi e dalla leggenda delle numerose fidanzate, che a frotte rendevano meno noiosi i giorni dell'inevitabile latitanza, i secondi stregati dall'inconfondibile volto da duro, abituato a risolvere con la forza dello sguardo qualsiasi controversia. La colpa naturalmente è dei mass media che per primi hanno diffuso in maniera martellante la foto del boss catturato dai carabinieri, senza tener conto della straripante bellezza del personaggio e del messaggio di fierezza promanante dal volto greco del Di Lauro. Vogliamo seguire la ricetta dei nostri politici che credono al miracolo del lavoro? Proviamo ad offrire a Cosimo, appena uscirà, fra poco, da Poggioreale, in attesa del processo, una parte da protagonista nella "Squadra" o in qualche altro serial televisivo. Avrà sicuramente un grandissimo successo e tutti noi saremo felici che le sue imprese siano virtuali, figlie della fantasia e non della triste realtà di Secondigliano. 
La Repubblica 4 febbraio 2005

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Rivisitiamo il Risorgimento 

   Gentile direttore,
la pagina più nera della storia d'Italia è ancora coperta dal segreto militare a distanza di 140 anni dagli avvenimenti. Nonostante il Risorgimento stia lentamente subendo un processo di rivisitazione in chiave neoborbonica, grazie all'impegno di alcuni storici coraggiosi,che lavorano in contrasto all'ortodossia accademica,a Roma, presso lo Stato Maggiore dell'Esercito, si conservano, inaccessibili agli studiosi, 150.000 pagine che contengono la verità sull'insurrezione meridionale contro i piemontesi: quel controverso periodo capziosamente definito brigantaggio.
I documenti che potrebbero finalmente fare luce sulla distruzione di interi paesi, sulla deportazione dei suoi abitanti e sulla fucilazione di migliaia di meridionali subiscono ancora "il complesso La Marmora", dal nome del generale che diresse per anni la repressione nel Mezzogiorno, prima di divenire capo del governo.
Negli archivi militari americani si può tranquillamente conoscere ogni dettaglio del genocidio degli indiani, in quelli francesi indagare sugli aspetti più oscuri del colonialismo,in quelli tedeschi sapere tutto sul nazismo. Da noi nel 1967,dopo i prescritti 50 anni di segretezza, abbiamo potuto meditare sulla dolorosa disfatta di Caporetto, ma sulla "conquista" del Sud da parte del Nord vige ancora un silenzio assordante ed una vergognosa chiusura degli archivi pubblici alla consultazione!
Il Giornale 20 agosto 2003 (con 4 colonne di commento del direttore)

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Utilizziamo gli embrioni abbandonati nei frigoriferi

   Gentile direttore,
l'approvazione, senza modifiche al testo, da parte della Commissione sanità del Senato degli articoli della legge sulla fecondazione artificiale, precipita l'Italia nel novero delle nazioni più arretrate e, cosa più grave, creerà una grave disparità tra i cittadini, perché i ricchi potranno recarsi all'estero ed usufruire delle tecniche più all'avanguardia, mentre gli altri dovranno sottostare alle norme liberticide che saranno in vigore da noi.
Pochi ma significativi esempi: il divieto di utilizzare più di tre ovuli per la fecondazione ed il divieto di congelamento degli embrioni costringerà le donne a sottoporsi a più cicli di trattamenti e prelievi, con aumento dei costi e dei rischi e con una sensibile diminuzione delle percentuali di successo. Nello stesso tempo il divieto di utilizzare gli embrioni soprannumerari per la ricerca scientifica farà tornare il nostro Paese ai tempi di Galilei, mentre milioni di ammalati potrebbero beneficiare delle applicazioni delle cellule staminali.
Una dimostrazione inoppugnabile dello strapotere cattolico e della più che avvertita assenza dei radicali nelle aule parlamentari.

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Impresa memorabile l'11 gennaio 1943: l'abbattimento delle fortezze volanti 

   Gentile dottor Ciuni,
ho letto la seconda puntata della sua storia vista dal Sud pubblicata sul Mattino del 30 gennaio e mi permetto di segnalarle un errore duplice, nel nome: Riccardo Monaco (e non Morano) e soprattutto nell'impresa: l'abbattimento l'11 gennaio 1943 di due superfortezze volanti americane. Episodio unico nella storia dell'aviazione mondiale, non certo mera propaganda! Mi farebbe piacere poterle fornire altre notizie sull'episodio frutto di mie ricerche. 
Il Mattino 7 febbraio 2003 , ripubblicata il 7 marzo 2003 sempre con la risposta dell'ex direttore del quotidiano.

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Assicurazione obbligatoria solo per il cittadino

   Gentile direttore,
un problema spinoso che attende da anni una soluzione è quello dell'assicurazione sulla responsabilità civile per gli autoveicoli.
Obbligatoria per legge per gli automobilisti, non lo è per le compagnie assicurative, per cui basta un solo incidente, anche in fase di denuncia cautelare, per vedersi disdettata la polizza.
Ed è solo l'inizio del calvario: tutte le altre società si rifiuteranno di stipulare una nuova polizza a qualsivoglia prezzo.
Come può allora lo sventurato cittadino ottemperare ai dettati di legge se lo Stato, latitante come sempre, non si decide ad obbligare le assicurazioni a contrarre le relative polizze, naturalmente alle tariffe proporzionali alla propria classe di merito.
Il Messaggero 29 settembre 2004

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La guerra per l'acqua

   Gentile direttore,
mentre ogni giorno ci affanniamo su argomenti fatui, dalle liste per le prossime elezioni alla corsa per lo scudetto, dalle trasmissioni televisive agli acquisti di cose inutili, il Pentagono, alla chetichella e, pare, contro il parere dello stesso Bush, ha reso noto un rapporto, nel quale candidamente si riconosce che il più grosso pericolo per l'umanità non è costituito dal terrorismo, per il quale tanto ci agitiamo, bensì dall'emergenza climatica, che scatenerà quanto prima guerre planetarie per il possesso di un bene primario come l'acqua.
L'estate scorsa la temperatura, senza che nessuno l'avesse minimamente previsto, è salita di circa 6°. Meteorologi e futurologi ci hanno ammonito che un eventuale aumento di altri 6 gradi significherebbe la scomparsa dalla Terra di ogni specie vivente, ma non vi è stato alcun impegno da parte di nessuna nazione per fermare o almeno rallentare l'inquinamento ambientale, causa scatenante dei rialzi termici.
Se non vogliamo la nostra estinzione, dobbiamo muoverci subito tutti. Cosa fare? Diminuire drasticamente tutti i consumi inutili, risparmiando così materie prime e risorse idriche e attuare al più presto una rivoluzione energetica, sfruttando fonti alternative rinnovabili, ma soprattutto l'idrogeno, ubiquitario ed adoperabile già da oggi.
Certo le potenti lobbies non gradiranno; esse sono in grado di scatenare guerre inutili ed hanno un controllo quasi totale dell'informazione, ma bisogna provare, è questione di vita o di morte e forse è troppo tardi! 
Il Messaggero 19 maggio 2004

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Appello per salvare "Scena Illustrata"

   Gentile direttore,
"Scena Illustrata" era una delle tante riviste di arte, letteratura e saggistica. Rispetto alle "colleghe" si distingueva per l'anno di fondazione:1865!
Illustri collaboratori nel passato, da Pascoli a D'annunzio, agguerrite redazioni nelle principali città, tra cui Napoli, negli ultimi anni ed oggi, scomparso l'animatore degli ultimi decenni, la rivista rischia di morire.
Come giustamente affermava il compianto editore Colonnese quando chiude una libreria si apre un vistoso varco alla barbarie e cosa succede allora quando scompare una gloriosa rivista?
Diventiamo tutti più poveri e più soli.
Non vogliamo fare niente per salvarla?
La Repubblica 27 agosto 2004 - Roma 4 settembre 2004  - Il Mattino 16 settembre

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La verità sul termovalorizzatore 

   Gentile direttore,
da mesi leggiamo quotidianamente, come un amaro bollettino di guerra, notizie riguardanti il termovalorizzatore di Acerra: blocco della circolazione automobilistica e ferroviaria tra nord e sud dell'Italia da parte di cittadini capeggiati da pregiudicati sicuramente prezzolati, occupazione di edifici pubblici, dai municipi alle scuole, uscita dal consiglio regionale di partiti politici contrari alla localizzazione dell'impianto, ecc.
Ed in queste manifestazioni di furore collettivo è sempre stranamente rispettata una sorta di par condicio, infatti in prima fila si alternano i no global e l'estrema sinistra ad esponenti di An e del mondo cattolico, con monsignori onnipresenti e preti d'assalto inneggianti a squarciagola. Il tutto dimenticando naturalmente che la zona possiede un tasso di inquinamento ambientale intollerabile, dopo che per anni la camorra, indisturbata, ha trasferito addirittura scorie nucleari. E per averne conferma basta consultare la bibliografia scientifica sull'argomento, che segnala un preoccupante incremento delle malattie, non solo tumorali.
Il cittadino, travolto da notizie di cronaca derivate da una visione sull'argomento dicotomica, vorrebbe onestamente saperne di più dai mass media, nessuno dei quali, né locale né nazionale, si è premurato di sviluppare un'inchiesta approfondita sulla questione. 
Perchè non andare ad intervistare i sindaci delle grandi e piccole città europee, da Milano a Vienna, da Brescia ad Amsterdam, che da anni hanno collocato termovalorizzatori in pieno centro senza problemi? E poi sentire il parere, non solo dei tecnici delle ditte produttrici degli impianti, ma anche dei più autorevoli esponenti della comunità scientifica internazionale. E naturalmente dare voce anche a coloro che protestano, potrebbero avere ragione. Ci convincano con dati di fatto scientifici. E infine calcolare l'enorme movimento di denaro che genera il riciclaggio dei rifiuti, fino ad oggi, nel sud, saldamente in mano alla delinquenza organizzata.

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Singolare o plurale, Borbone senza pace

   Gentile dottor Gargano,
ho letto con interesse la colta dissertazione di Titti Marrone sulla esatta definizione: Borbone o Borboni. Pur se equilibrato, l'articolo sembra alla fine sposare la tesi del professor Scirocco, per cui vorrei aggiungere qualche particolare in favore dei filo Borbone.
La citata lettera di Ferdinando II con la firma Borboni, naturalmente non fa testo, ben conoscendo il livello culturale del sovrano, come pure la lunga disquisizione sulle famiglie europee che acquisiscono la dizione Bourbon al plurale, essendo nozione elementare che alcune lingue, ad esempio inglese o francese, a volte hanno il plurale per i cognomi, errore gravissimo per l'italiano. Ed a conferma di ciò richiesi tempo fa un parere all'ancora attiva ed autorevolissima Accademia della Crusca, che si espresse senza esitazioni per la forma singolare.
La lunga diatriba linguistica continuerà certamente immutata, avendo sulle opposte sponde autorevoli personaggi, da un lato i professori Scirocco e Galasso, dall'altro Mieli ed Eco e troverà una soluzione definitiva solo nel tempo, essendo la nostra una lingua viva, che macina lentamente le parole. 
Il Mattino 5 gennaio 2005

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La negazione di Pietro riapparsa per...incanto

   Gentile direttore,
in passato a Napoli, capitale e città ricca ed avanzata culturalmente, esistevano collezioni private di dipinti tra le più importanti al mondo. Una ricchezza oggi inimmaginabile, dopo secoli di degrado e di impoverimento della città, che hanno fatto volare via, quasi al soffio di una incontenibile tempesta, la gran parte dei quadri posseduta dai privati, tutte opere trasferite, quasi sempre illegalmente, nel patrimonio di musei americani ed europei e di collezionisti stranieri; una diaspora rovinosa che ha rappresentato il segno inequivocabile del declino della nostra sfortunata città.
Visitando la spettacolare mostra sul Caravaggio, allestita degnamente nel museo di Capodimonte, ci si imbatte in una tela, una Negazione di Pietro, proveniente dal prestigioso Metropolitan museum di New York, che apparteneva fino agli anni Sessanta ad una nobile, quanto decaduta, famiglia napoletana, la quale pensò bene di portare clandestinamente l'opera in Svizzera, da dove ha preso poi il volo oltre oceano. Il reato non è ancora prescritto, per cui ci appelliamo a qualche magistrato, che voglia coraggiosamente prendere i provvedimenti del caso, incluso l'eventuale sequestro cautelativo. Pur consapevoli delle inevitabili conseguenze internazionali di una simile iniziativa, siamo certi del significato simbolico di una denuncia, che potrebbe essere di remora, affinché in futuro altri episodi del genere non si ripetano.
Roma 3 novembre 2004

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Trecento carabinieri per il consolato

   Gentile direttore,
mentre si discute animosamente sulla necessità di dirottare sulla città di Napoli cospicui rinforzi di polizia e carabinieri, per cercare di contrastare una malavita che ha oramai superato, e di molto, il livello di guardia, si vuole ignorare che, ogni giorno, oltre cento carabinieri(tenendo conto dei vari turni) sono distolti dal loro compito primario di affrontare assassini, rapinatori, scippatori, estorsori ecc. per illudersi di difendere la sede del consolato americano. 
Nei giorni scorsi, addirittura, si sono creati degli orribili cordoli di cemento, che hanno ristretto ulteriormente le sedi stradali limitrofe e fatto perdere una quantità di posti per il parcheggio.
Naturalmente se dei terroristi volessero veramente attaccare, lo potrebbero fare facilmente e sarebbe una strage, in pieno centro.
Che si aspetta a trasferire la sede consolare in una area già militarizzata, e ne esistono tante anche a Napoli, restituendo alla città una sede che fu per decenni un albergo prestigioso ma, soprattutto, una maggiore tranquillità ai cittadini, con tanti carabinieri che potrebbero tornare a combattere la delinquenza.
Repubblica e Corriere del Mezzogiorno del 12 novembre 2004 

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L'arma segreta di Federico II

   Gentile dottor Gargano,
si è discusso a lungo, nell'elaborare la Costituzione europea, se fosse il caso di accennare ad una radice comune giudaico cristiana ed alla fine, su pressione della Francia, laicista ad oltranza, si è rinunciato. Vorrei rammentare, oltre a quella illuminista tanto cara ai cugini d'oltralpe, un'altra radice europea laica, forse più importante e spesso trascurata: la illuminata politica imperiale di Federico II di Svevia. Sotto il suo impero il sud d'Italia fu prospero, potente e temuto, ma soprattutto quel sovrano seppe gestire un variegato melting pot di razze, costumi e lingue, facendo vivere in pace ed accordo sullo stesso territorio Greci Latini, Tedeschi, Normanni e ciò che più conta: musulmani, cristiani ed ebrei, tutti con leggi e consuetudini proprie. Un miracolo a cui dovrebbero ispirarsi i politici di oggi, succubi dell'inevitabilità dello scontro tra le civiltà. Fondò a Napoli una delle più antiche università del mondo, che fu per secoli la culla della classe dirigente laica ed un faro di cultura, non più inceppata dal dogma. Ateo, pretendeva, pena la morte, che i suoi sudditi fossero religiosi per amore dell'ordine. Protagonista del Medio Evo, accoppiava ad una vastità di interessi una concezione modernissima dello Stato.
Paradigmatico il modo con cui firmò nel 1229, all'epoca delle crociate, un vantaggioso trattato di pace col sultano Al Kamil, senza spargere una sola goccia di sangue, riuscendo ad ottenere ciò che i suoi predecessori non erano riusciti a conquistare con flotte, eserciti, massacri e rapine.
Nel colloquiare con il Sultano dimostrò una perfetta conoscenza sia della cultura islamica che della lingua araba, da lasciare stupefatto l'interlocutore, il quale volle invitarlo, prima di continuare la discussione, a visitare il suo harem...
E Federico II non si fece pregare, stemperando l'animo nel cogliere le grazie, che gli venivano con tanta prodigalità offerte dal nemico.
E precorrendo di secoli i figli dei fiori, che volevano combattere la guerra ponendo fiori nei cannoni, capì che era meglio porre il cannone nei fiori
Il Mattino 4 gennaio 2005 - Il Messaggero 8 gennaio 2005 

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Liberalizziamo la droga

   Gentile direttore,
A Napoli e provincia una quota cospicua della popolazione è occupata a spacciare droga, ad indurre donne alla prostituzione o, nei casi veniali, a vendere cd e griffe false nel più assoluto anonimato fiscale, ma la cosa più grave è che la restante popolazione acquista droga, fa la fila per accoppiarsi a prostitute minorenni, compra merce falsa di ogni genere e si vanta di vedere soltanto film di contrabbando.
Da questo coacervo inestricabile tra delinquenti ed onesti... difficilmente verremo fuori.
In questi giorni la malavita impazza, sovrapponendosi ad una microdelinquenza, che oramai assedia il cittadino ad ogni ora del giorno e della notte.
In Italia, non solo a Napoli, alla base di oltre il 50% dei reati vi è l'ombra della droga, oltre la metà dei carcerati è ospite... dello Stato per reati connessi agli stupefacenti, la metà delle forze dell'ordine e della magistratura è occupata da problemi legati a spaccio e consumo di droga.
Vogliamo provare a dibattere sulla possibilità di liberalizzarla, una vecchia proposta radicale che non è stata mai discussa seriamente dai mass media, forse perché influenzati dall'antistato, che ha oramai guadagni tali da poter corrompere chiunque. 

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Strade e piazze l'opera di Marrone

   Gentile dottor Gargano,
apprezzo il lodevole desiderio di un lettore di stampare un volume, che contenga notizie sui personaggi a cui sono dedicate piazze e strade napoletane. Segue un elenco di opere che hanno trattato in passato la tematica, ma oggi non acquistabili, se non eccezionalmente, sul mercato antiquariale. Mi permetto di segnalare quella che è universalmente considerata la Bibbia sull'argomento, disponibile in tutte le librerie ed anche in molte edicole: "Le strade di Napoli" del compianto Romualdo Marrone, uno studioso che amava la sua città, alla quale ha dedicato la sua vita e che non possiamo dimenticare.
Il Mattino 22 gennaio 2005

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L'Africa in vendita per un tozzo di pane

   Gentile direttore,
l'Africa è in vendita. Chi è rimasto in patria è costretto a combattere senza speranza contro mali antichi e nuovi e tra questi il flagello dell'aids, che sta spopolando un continente, con decine di migliaia di morti al giorno, nel silenzio e disinteresse dei mass media occidentali. Chi è venuto tra noi con il sogno di un domani migliore è accolto con ostilità o, nel migliore dei casi, indifferenza.
All'alba nelle periferie gruppi di africani attendono pazientemente se c'è lavoro per loro, nei campi, nei cantieri edili, dovunque si possa rimediare un pezzo di pane. Stanno a piccoli gruppi con un'infinita tristezza negli occhi a guardare il vuoto, qualcuno parla, la maggior parte è assorta nei suoi pensieri, uno sta in ginocchio e prega. Alle nove chi non ha trovato nessuno disposto a sfruttare la disperata forza delle sue braccia ritorna mesto verso casa, cercando di ingannare la fame che non conosce gli spietati meccanismi economici della civiltà. 
L'Africa è in vendita per un tozzo di pane!
E la sera la liquidazione continua, ma ora entrano in scena le ragazze, strappate a viva forza da novelli negrieri dalle loro foreste e catapultate nella giungla delle nostre metropoli, ad offrire in olocausto il loro oscuro quanto scuro oggetto del desiderio. 
Accomodatevi braccia e corpi in offerta speciale, saldi da non perdere: l'Africa è in vendita!
Il Mattino 14 febbraio 2005

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Napoli problema nazionale

   Gentile direttore,
vorrei lanciare attraverso le pagine del suo quotidiano un S.O.S. per cercare di salvare Napoli, antica e gloriosa capitale, che, giorno dopo giorno, precipita in un baratro sempre più profondo e cupo, nell'assordante silenzio dei mass media e nel disinteresse del governo.
Una città da oltre un mese paralizzata quotidianamente da manipoli di pochi disoccupati di mestiere, prezzolati e manovrati dalla camorra,mentre il prefetto surclassa Ponzio Pilato nel non prendere decisioni.
Una società di politici inconcludenti , corrotti e privi d'idee, che da decenni litiga su come spartirsi i finanziamenti per Bagnoli, un quartiere dove si gioca il futuro dei Napoletani.
Un'area del Paese detentrice di numerosi record, dal traffico più caotico alla micro-criminalità più audace, dalla disoccupazione più diffusa al racket più opprimente, dal disordine edilizio più devastante alle densità abitative più alte delle metropoli asiatiche ed inoltre una concentrazione di extra comunitari per semaforo da guiness dei primati.
A fronte di tante carenze una misconosciuta ricchezza: la più alta concentrazione di giovani del mondo occidentale, uno straordinario propellente che, se correttamente adoperato, può cambiare il volto di una civiltà.
Napoli non ha bisogno di elemosine, ma di un'attenzione mediatica e degli uomini migliori a disposizione. Perché lo Stato non decide, con una spesa modesta,di lanciare una crociata in favore di questa città, mandandoci i funzionari più validi,i poliziotti ed i carabinieri più motivati,oltre naturalmente a questori, prefetti e magistrati disposti ad impegnarsi in una sfida entusiasmante che da soli i Napoletani non riescono a vincere? 

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Sos per padre Casolaro

   Gentile direttore,
con poche laconiche parole: "siamo costretti, rammaricati, a sospendere la nostra attività", padre Casolaro, un mito del cineforum napoletano, si arrende, dopo più di 50 anni di ininterrotta attività, alla chiusura a catena dei cinema napoletani ed alla mancanza di luoghi di aggregazione dove, oltre a vedere un film assieme, si possa, uniti dal piacere della cultura, discuterne.
Possibile che, chiuso il Santa Lucia, che negli ultimi anni ospitava il suo cineforum, non si riesca a trovare nessun gestore che voglia ospitare un'iniziativa culturale così qualificante per la nostra città.
Non posso crederlo!
Una civiltà muore inesorabilmente quando tutti si arrendono e perdono il gusto di lottare contro la barbarie dell'ignoranza, trovando vano conforto nell'inutile gioco delle carte, unico passatempo della decadente borghesia napoletana.
Corriere del Mezzogiorno 15 ottobre 2004 - Il Mattino 6 novembre 2004

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Poggioreale il regime carcerario

   Gentile dottor Mieli,
La situazione nelle carceri è, a dir poco, esplosiva con penitenziari, come in quello napoletano di Poggioreale, che contengono un numero di detenuti doppio rispetto a quello previsto e condizioni di vita assolutamente sub umane. Ed a pagare ed a soffrire di più sono sempre i più poveri ed i più deboli.
Voglio raccontare brevemente a Lei ed ai Suoi lettori una vicenda esemplare a conferma di quanto detto. Un mio ex cameriere, Alcindo Do Carmo, ma il suo cognome non conta, anzi lì dentro esso è sostituito da un numero, si trova, a seguito di una aggressione alla moglie, ospite... da circa due mesi dello Stato. Il difensore d'ufficio non ha presentato in tempo utile richiesta di scarcerazione al Riesame,ma, la cosa più grave, nessuno si è accorto, forse per difficoltà linguistiche, che il malcapitato è affetto da una grave forma tumorale, assolutamente incompatibile con il regime carcerario. L' indilazionabile chemioterapia, interrotta da oltre sessanta giorni, è stata sostituita da una serie di selvagge percosse giornaliere da parte dei compagni di cella.
Ogni giorno ed ogni minuto nelle nostre prigioni viene calpestato l'articolo 27 della Costituzione, che sancisce solennemente:"Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità".
Che cosa si aspetta a portare lo Stato italiano davanti alle Corti di giustizia europee ?
Corriere della Sera 25 giugno 2003 - Il Mattino 3 luglio 2003

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Bracciale elettronico e carceri sovraffollate

   Gentile direttore,
estate tempo di vacanze: quando la temperatura sale, tutti cercano refrigerio al mare o ai monti ed ogni anno tutti, politici e cittadini benpensanti, con la benedizione dei mass media, dimenticano l'esplosiva situazione delle carceri, sovraffollate oltre qualsiasi perversa immaginazione, con detenuti stipati come bestie in camerate ove il termometro è costantemente oltre i 40° e le ore di aria sono 2 su 24. Un inferno che neanche la fertile fantasia di Dante avrebbe potuto immaginare, causato dal gran numero di detenuti. Un record europeo del quale vergognarsi. Non peroreremo amnistie o indulti, al momento improponibili, perché la situazione politica non è matura, ma vorremmo proporre l'adozione del braccialetto elettronico che permetterebbe un maggior utilizzo degli arresti domiciliari 
Roma 29 agosto 2004

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Il cemento selvaggio sull'isola d'Ischia

   Gentile direttore,
La spasmodica attesa di un condono, rivelatasi un aborto giuridico, il quale in ogni caso non avrebbe potuto plausibilmente sanare gli abusi nelle zone protette, ha scatenato da tempo una folle corsa a costruire smodatamente dovunque e comunque. Ad Ischia, nonostante l'isola fosse fuori da ogni possibile sanatoria, si è cementificato dappertutto, creando un danno irreparabile sotto il profilo ambientale, paesaggistico, ecologico e turistico. I veri danneggiati da questa selvaggia devastazione sono però i proprietari in regola, che hanno visto sensibilmente scendere il valore dei loro immobili.. Essi, come tutti i cittadini onesti, avrebbero preferito una tassazione una tantum, una modesta patrimoniale, allo scopo di finanziare oltre alle traballanti casse dello Stato, una gigantesca task force in grado di distruggere gran parte delle costruzioni abusive, ripristinando miracolosamente un senso della legalità da tempo del tutto smarrito. 
Roma 14 agosto 2004

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Firme sulle liste norme paradossali

   Gentile direttore,
il recente episodio delle firme ”false” della Mussolini ha messo, speriamo definitivamente, il dito sulla piaga della assurdità di dover corredare con un certo numero di adesioni di elettori una lista, da presentare in una competizione elettorale. Se qualche magistrato di buona volontà volesse indagare sull’argomento, scoprirebbe che, in qualsiasi regione d’Italia, tutte le documentazioni, e dico tutte, sono false, perché le firme, anche quando non sono apocrife, sono apposte a margine delle liste prima della stesura dell’elenco completo con i nomi dei candidati, che diventa definitivo per tutti i partiti soltanto nelle ultime 24 ore. Un paradosso legislativo, messo in risalto da anni unicamente dai radicali, che renderebbe nulle con le norme attuali tutte le competizioni elettorali. Che si aspetta a rendere meno ipocrita la normativa? 
Il Mattino 11 aprile 2005

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Matrimoni internazionali

   Gentile direttore,
l’Europa, figlia dell’utopia, sta già per andare in crisi. Il referendum sulla sua Costituzione di cui si parla in Francia, unito alla calamitosa inflazione strisciante che, dall’entrata in vigore dell’euro, sta erodendo stipendi e risparmi, sono le spie più vistose di un malessere diffuso, che sta mettendo in crisi un così ambizioso progetto, nato nelle stanze del potere segreto dei banchieri di Francoforte. Il sogno malizioso di una grande Europa dall’Atlantico agli Urali non può reggere naturalmente soltanto su di una moneta, ma è necessario che i popoli, divisi oggi dalla lingua e dalla storia, da abitudini e legislazioni diverse, diventino un solo popolo. Un obiettivo che può divenire più facile attraverso l’aumento dei matrimoni internazionali. Se tutti i governi erogassero dei cospicui incentivi economici e fiscali alle coppie, naturalmente con prole, ai cittadini di diversa nazionalità che volessero mettere su famiglia un passo decisivo verso l’integrazione europea sarebbe compiuto e l’Europa, in capo a 2-3 generazioni, passerebbe dalla fantasia alla realtà. 
Un provvedimento semplice senza il quale il nostro futuro demografico è semplicemente senza speranza.
Mi sia permesso un ricordo personale: la malattia di fare proposte attraverso lettere al direttore lo ho contratto in età pediatrica. La mia prima missiva fu indirizzata al mensile Quattrosoldi e trattava proprio dei matrimoni internazionali. Era il 1960, il direttore della rivista nella sua risposta ironizzo e sospettò che stessi per sposarmi con una straniera, non sapeva che da poco avevo compiuto tredici anni.
Quattrosoldi novembre 1960

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