Mostra di Tiziano a
Capodimonte
(di Achille della Ragione)
La mostra su Tiziano, che si inaugura a Napoli il 24 aprile, si
preannuncia come la più importante della stagione per il numero e la qualità
delle opere esposte. Non soltanto un’antologica sul sommo pittore veneziano,
ma anche una rassegna sul ritratto storico da Raffaello ai Carracci. Poco meno
di 100 i dipinti esposti provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, tra
i quali numerosi per la prima volta in Italia.
Ed a confermare lo spessore internazionale dell’esposizione basta sapere che
in autunno essa si trasferirà a Parigi al museo del Luxembourg.
Alle grandi mostre i napoletani sono oramai abituati, da quando il compianto
sovrintendente Raffaello Causa cominciò a portare nel mondo il nome della
nostra città e del nostro illustre passato figurativo con le memorabili
Civiltà del Seicento e del Settecento. Il testimone ereditato da Nicola
Spinosa è stato tenuto ben alto e lentamente i turisti hanno imparato che
Napoli non è solo Scampia o Secondigliano, con la loro cieca violenza ed il
loro disperato degrado, ma anche le ampie sale del museo di Capodimonte con i
loro tesori, gioia per gli occhi e per lo spirito, documento e testimonianza
di un glorioso passato.
Tiziano è uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, presente in grande
evidenza nei musei di tutto il mondo, straordinario ritrattista e fautore di
una rivoluzione cromatica alla quale si sono abbeverati per secoli generazioni
di artisti. Vissuto quasi novanta anni ed operoso fino alla fine dei suoi
giorni, ha prodotto una notevole quantità di quadri, di qualità quasi sempre
molto alta e quando un Tiziano non è bello non è lui l’autore, come nel caso
del ritratto di Pier Luigi Farnese col cappello, conservato a Palazzo Reale,
che, ostinatamente, viene ancora ritenuto autografo.
Proveniente dall’eredità che Carlo di Borbone ereditò dalla madre Elisabetta
Farnese, la nostra pinacoteca possiede un cospicuo nucleo di suoi dipinti, che
costituiscono lo zoccolo duro della rassegna, dal memorabile ritratto di Paolo
III e dei suoi nipoti(fig.2), che troneggia solenne nella grande sala Tiziano,
un colloquio senza parole frutto di una serrata indagine dell’animo umano
trasferita sulla tela, alla sensuale Danae(fig.6), restituita di recente da un
accorto restauro allo splendore dei suoi colori originali.
Tra i capolavori in arrivo da altri musei segnaliamo la Flora(fig.1),
proveniente dagli Uffizi, dalla sfolgorante bellezza e dalla palpabile carica
erotica, che costituisce il logo della mostra e la copertina dell’esaustivo
catalogo, il ritratto dell’antiquario Jacopo Strada(fig.3) dal
Kunsthistoriches di Vienna, una spietata introspezione psicologica di un
mestiere al quale è legata la stessa attività di ogni artista, il celebre
autoritratto di Tiziano(fig.5), già vecchio, prestito della Gemaldegalerie di
Berlino, l’Allocuzione del marchese del Vasto alle truppe(fig.4), dal Prado,
che ci restituisce l’immagine solenne di uno dei più famosi nobili napoletani,
Alfonso d’Avalos, che mostrò il suo valore nella battaglia di Pavia. Ed
inoltre, vanto del Louvre, il Francesco I, protagonista assoluto della
politica europea della prima metà del Cinquecento, re di Francia dal 1515 al
1547 ed il ritratto di gentiluomo, proveniente dall’Alte Pinakothek di Monaco,
dominato da un sofisticato gioco di contrasti tra luci ed ombre, in grado di
evidenziare lo stato d’animo e gli stessi pensieri dell’effigiato.
Oltre alle tele di Tiziano si svolge una monografica sul ritratto di corte da
Raffaello ai Carracci ed è l’occasione di ammirare, in rapida successione,
l’opera di artisti più o meno noti, da giganti come Sebastiano del Piombo, El
Greco(fig.8), il Ghirlandaio, il Tintoretto, il Parmigianino(fig.7), il
Pontormo e tanti altri, a pittori meno noti ma non meno abili, come Pietro
Negroni, presente con un incisivo ritratto di giovane della Galleria Borghese
o Wenzel Cobergher, un fiammingo a lungo attivo a Napoli, che ci fornisce
l’immagine di uno sconosciuto cardinale, dal volto emaciato e dal prepotente
pallore, indagato con un realismo sconcertante.
Non mancano pittrici come Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, rare
esponenti di un momento storico in cui la penna poteva a volte essere femmina,
ma il pennello doveva essere maschio.
Anche in questa mostra nella mostra vi è un nucleo importante di quadri
normalmente esposti a Capodimonte, ma purtroppo i napoletani sono pigri e
tanto ricchi di opere d’arte, nelle chiese e nei palazzi, che si recano al
museo solo in occasione di grandi eventi e così perdono l’occasione di
ammirare tante opere che tutto il mondo ci invidia.
Per questa straordinaria occasione proponiamoci di avvertire i nostri parenti
ed i nostri amici fuori Napoli ed invitiamoli a visitare l’importante
rassegna. Faremo un favore a loro, che potranno godere di quasi cento
splendidi dipinti ed alla nostra sfortunata città, la quale ha disperato
bisogno di un presentabile biglietto da visita.
Chi vorrà visitare la mostra con la guida del sottoscritto può prendere nota
delle date sul sito www.guidecampania.com/dellaragione
Achille della Ragione