Cap.52 
			
			La nuova metropolitana: una felice sintesi tra arte, storia e 
			funzionalità 
			
			
			 
			In un altro capitolo dedicato alla metropolitana e al sistema 
			ferroviario che collega gran parte della provincia di Napoli si era 
			sottolineata la lungaggine dei lavori, cominciati nel 1975 e non 
			ancora conclusi, ma negli ultimi tempi, grazie anche al corretto 
			utilizzo dei fondi europei, il progetto ha cominciato a galoppare 
			con l’apertura di nuove importanti stazioni ed oggi il completamento 
			sembra non più un sogno ma quanto mai imminente. 
			La Napoli del futuro, in cui tutti speriamo, dovrebbe divenire una 
			città dove la storia si coniuga al paesaggio con nuovi spazi che 
			infondono coraggio e rasserenano l’anima. 
			La società privata concessionaria del progetto adopera le tecniche 
			più avanzate nell’esecuzione dei lavori, valorizza le numerose 
			rarità archeologiche trovate durante gli scavi con la finalità di 
			realizzare una rete di trasporti sotterranei tra le più efficienti 
			d’Italia, dove al momento vi sono appena 150 chilometri di 
			metropolitane a confronto della sola Parigi che ne possiede 210. 
			Fino ad ora la linea 1 ha in esercizio 13 chilometri che servono 14 
			stazioni, ma a breve vi sarà l’apertura delle fermate più 
			affascinanti, dove l’arte, la storia e l’archeologia si fondono con 
			il trasporto underground: Piazza Municipio, Duomo, Piazza Garibaldi. 
			Un tracciato ideale di porte di accesso alla città con la sua 
			storia, un movimento sotterraneo in grado di snellire il traffico e 
			rendere finalmente vivibile lo spazio urbano. 
			Vi saranno quattro porte: quella del mare a Piazza Municipio, quella 
			di terra in Piazza Garibaldi, quella di storia al Duomo, per finire 
			alla porta del cielo all’aeroporto di Capodichino. 
			Tra i più importanti ritrovamenti archeologici, oltre a quelli di 
			Piazza Municipio, vi sonno quelli a Piazza Nicola Amore, ove è 
			venuto alla luce un tempio del II secolo d. C., che ha confermato 
			che anche a Napoli si svolgevano le Olimpiadi, mentre il favoloso 
			porto di Neapolis, ricostruito a Piazza Municipio, sarà un 
			sottopassaggio che comunicherà con la Stazione Marittima attraverso 
			un vero e proprio museo. Un progetto frutto dell’ingegno di due 
			archistar di livello internazionale. Alvaro Siza Veira ed Eduardo 
			Souto De Moura. 
			Entro l’estate aprirà poi la stazione di Piazza Garibaldi, mentre di 
			recente è stata inaugurata la fermata di Toledo in un’area dove sono 
			venuti alla luce reperti dal paleolitico agli anni del dominio 
			aragonese. 
			Fino ad ora abbiamo parlato di sfarzo architettonico delle stazioni, 
			ma non bisogna dimenticare le numerose opere di artisti 
			contemporanei, le quali trasformano le fermate in un vero e proprio 
			museo. 
			L’unica amara constatazione è che a Napoli la cultura e l’arte 
			moderna siano finite sottoterra dopo che, in occasione del G7, i 
			cittadini cominciarono a vibrare di nuova linfa creativa e 
			abbandonarono (temporaneamente, purtroppo) il loro inconcludente 
			fatalismo per rivolgersi al futuro. 
			La scintilla fece divampare il fuoco: emersero scultori (Mimmo 
			Paladino, Jannis Kounellis, Anish Kapoor), registi (Mario Martone, 
			Pappi Corsicato, Roberta Torre), musicisti (Almamegretta, 99 Posse, 
			I Zezi), aprirono atelier di artisti, il teatro sperimentò, nacquero 
			case editrici ed etichette discografiche. 
			Si coniò il termine, a lungo abusato, di Rinascimento napoletano, 
			poi tutto è finito. 
			La produzione artistica è tornata quella oleografica di sempre, tra 
			neomelodici e sceneggiate, mentre i musei di arte contemporanea, il 
			MADRE e il PAN, vuoti di fondi, opere e passioni, rischiano di 
			chiudere. 
			Per vedere all’opera i grandi artisti bisogna scendere le scale 
			mobili della stazione Toledo, aperta di recente e giudicata dal 
			Daily Telegraph come la più bella d’Europa, grazie alle opere di 
			William Kentridge, Bob Wilson e Achille Cevoli. 
			Il sindaco è giustamente orgoglioso di avere una delle metropolitane 
			più belle del mondo e di aver lottato per non perdere i 
			finanziamenti necessari al completamento, cosa frequentemente 
			avvenuta in passato; come pure è del parere che andrebbe eliminato 
			il filtro regionale, affidando direttamente ai sindaci i 
			finanziamenti per opere della loro città. 
			Come pure solleva l’importante problema di chi dovrà essere 
			responsabile della sorveglianza e della manutenzione; infatti 
			qualche scarabocchio comparso in alcune stazioni rappresenta già una 
			spia allarmante. 
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			Stazione Universitá 
			
			  
			Stazione Universitá 
			
			  
			Stazione Universitá, Dante Alighieri 
			
			  
			Stazione Toledo 
			
			  
			Stazione Toledo 
			
			  
			Stazione Toledo, Mosaico di William Kentridge 
			 
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