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Quei Napoletani da ricordare  (vol. 1)

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Cap.33
Il massone esperto di esoterismo
Mario Buonoconto

Mario Buonoconto è l’esempio più lampante di uno studioso di grande valore che ha dedicato l’intera vita allo studio di riti iniziatici e misteri esoterici ma che, fuori dell’area napoletana, è assolutamente sconosciuto.
E’ autore di un prezioso libro, “Napoli esoterica”, al quale hanno attinto a piene mani, io per primo, tutti coloro che dopo di lui si sono interessati all’argomento.
In esso Buonoconto ha ripercorso la millenaria e tormentata storia di Napoli, ricca oltre misura di leggende, riti propiziatori e fenomeni ai limiti del paranormale.
L’insieme di questi eventi costituisce una sorta di “storia nella storia” della città, una lunga sequela di accadimenti misteriosi, tra fantastico e reale, la cui sopravvivenza nella memoria collettiva è strettamente legata al persistere di miti risorgenti di continuo nelle varie epoche.
Buonoconto raccoglie e commenta tutti i più importanti aspetti dell’esoterismo napoletano indagandone l’origine, il contesto storico culturale, la diffusione.
Rivivono nelle sue pagine l’antichissimo culto di Priapo, i segreti della religione di Iside, la leggenda di Virgilio mago, lo scioglimento del sangue di San Gennaro, i riti della fattura e del malocchio, la storia della massoneria napoletana. Ed ancora, ‘o Munaciello, o’cippe ‘e Sant’Antuono, gli amplessi nelle Grotte Platamonie, il bacio al pesce ‘e San Rafele, ‘a rottura d’’a pignata, ‘a figliata de’ femminielli, ‘o chiummo ‘e San Giovanni ed altre decine e decine di argomenti che costituiscono un itinerario storico nei misteri della città, ponendone in evidenza l’aspetto magico e le origini occulte, a lungo misconosciute.
Mario è stato anche raffinato ma poco apprezzato pittore, oltre che professore di storia dell’arte nei licei: in questa sua attività ha avuto l’onore di avere come allieva mia moglie Elvira.
La profonda conoscenza di scienze ermetiche lo ha portato ad aderire a corporazioni iniziatiche in Italia ed all’estero, raggiungendo da massone la prestigiosa apicale carica di “33”.
Relatore più volte nel salotto letterario di mia moglie, frequentato assiduamente anche da ascoltatore in compagnia della consorte, era interessato per curiosità, non da studioso, anche ai fenomeni paranormali. Ricordo la sua eccitazione quando venne ospite un celebre medium: si entusiasmò talmente che volle accompagnarmi a Roma ad assistere a ciò che ogni sera accadeva al Circolo Navona 2000.
Prima di raccontare questa spedizione nella Capitale, devo fare una premessa.
Era un giorno feriale di 40 anni fa: io, Leandro e Gian Filippo avevamo conosciuto due belle ragazze e volevamo passare a vie di fatto. A Napoli, all’epoca, le discoteche erano aperte solo il sabato e la domenica. Andare a cinema o in pizzeria era interlocutorio per cui decidemmo, approfittando della splendida villa di Gian Filippo, d’impostare una seduta spiritica truccata per spaventare le fanciulle, inducendole ad abbracciarci e poi (come giustamente affermava Totò) “da cosa nasce cosa”. Durante la catena, a parte i trucchi provocati da Gennaro, il cameriere gay (a quei tempi “ricchione”) del padrone di casa, si scatenarono una serie di fenomeni, dalle porte che sbattevano alle luci che si accendevano e spegnevano, provocati da Leandro che, candidamente, confessò di avere capacità medianiche.
Lo spavento fu generale ma per me fu una rivelazione. Per un anno mi dedicai allo studio del paranormale divorando decine di libri sulla telepatia e la lievitazione, sulla xenoglossia e la rabdomanzia ed individuai questo circolo romano dove vi era un medium, un certo Revel, dotato di straordinari poteri.
Ritorniamo alla spedizione romana con Buonoconto: a farci compagnia un’amica capitolina.
Il pubblico era composto da una cinquantina di persone (quella sera era presente Paolo Villaggio): ogni sera si svolgevano due catene con 9 persone scelte dal medium tra i presenti.
Nella prima non successe niente di rilevante salvo che una signora, caduta in trance, dopo essersi dimenata per un paio di minuti, affermasse al risveglio di essere stata posseduta da Rasputin: al contempo, il sollevarsi della gonna durante la caduta a terra ne aveva evidenziato un elegante reggicalze.
Nella seconda, cui partecipammo, il tavolino, dopo piccole scosse, ci trascinò con le mani attaccate per tutta la sala, per poi volare e fissarsi al soffitto alla fine della seduta.
Da allora, Mario perse ogni interesse per il paranormale e ritornò ai suoi studi prediletti.
Da alcuni anni Buonoconto ci ha lasciato e con questo breve articolo ne vogliamo mantenere viva la memoria, ricordando la sua opera a chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo.


Quei Napoletani da ricordare  (vol. 1)

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