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Quei Napoletani da ricordare  (vol. 2)

 

 

Cap.27
Arbiter elegantiarum
Cesare Attolini

Napoli da sempre ha espresso grandi sartorie sia in campo maschile che femminile. Nomi come Buonanno, Sarli, Rubinacci sono noti in tutto il mondo e tra questi Cesare Attolini, oggi ottantenne, può essere considerato, oltre che l’erede di una gloriosa dinastia, un vero e proprio caposcuola.
Nel 1930 il padre di Cesare aveva rotto il dogma dello stile inglese in fatto di giacche, creandone un modello senza imbottiture, leggero come un cardigan e comoda come un guanto, che venne denominata “a mappina”, una novità alla quale si adeguarono in breve tempo tutti i grandi sarti. Da Attolini si davano appuntamento tutti gli elegantoni della città, nobili più o meno decaduti e molti artisti: Casciaro, Crisconio, Migliaro, De Stefano, che spesso pagavano i vestiti con i loro quadri. Altri clienti di prestigio erano attori, registi e veri titolati: tra questi Totò, De Sica, Mastroianni, Vittorio Emanuele III, il Duca di Windsor. Attolini ci racconta che ha cominciato lavorare a 12 anni, imparando a fare “ i punti lenti ” ed a sovraintendere ad un compito ingrato quanto fondamentale: accendere il ferro da stiro. Da allora non si è mai fermato ed uno degli ultimi clienti è stato Toni Servillo, al quale ha preparato la giacca per impersonare Jep Gambardella nel film cult della stagione “La grande bellezza”.Di suo padre confida che, quando si ammalò, i clienti fecero la fila fuori al negozio per farsi confezionare l’ultimo vestito. Infine, ama rammentarci la stupenda definizione che Raffaele La Capria riservava al celebre genitore: “Non era il sarto dei re, ma il re dei sarti!”.
Oggi i suoi figli, Massimiliano e Giuseppe, collaborano nell’attività di famiglia ed hanno creato una delle poche aziende del napoletano che esporta ed assume personale.
Nel 1990, dalla sartoria artigianale, hanno creato un’azienda a Casalnuovo, alle porte di Napoli, con un forte investimento nel software ed un ciclo produttivo basato su ago, filo, ditale e forbici. Invariata resta anche la liturgia delle misurazioni. Hanno saputo portare lo stile Attolini ad ogni latitudine, Hong Kong e Corea comprese. Dopo lo store di New York sulla Madison Avenue, ora tocca a Baku ed a Londra, con corner ad Istanbul e Kiev, passando per Los Angeles e Dubai. Tessuti solo inglesi e scozzesi, per l’Italia Loro Piana, un laboratorio con 150 persone che crea ogni anno diecimila capi esclusivi, di cui il 90 per cento destinato all’estero: il 65 per cento della produzione è prèt-à-porter, il restante 35 su misura.
“I nostri clienti si chiamano Michael Douglas, Larry Ellison, chairman di Oracle, George Soros, il presidente di At&T Randall Stephenson, Vladimir Putin, Dmitrij Medvedev, Josè Carreras, Al Pacino, Robert De Niro, Dustin Hoffman. E la domanda cresce del 20 per cento l’anno. Nel laboratorio, accanto agli anziani, i giovani imparano il mezzopunto, la tecnica dell’asola ed il fondamentale passaggio della stiratura. E per carità, mai spacchi laterali sulla giacca”.

Quei Napoletani da ricordare  (vol. 2)

 

 

 

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