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			Cap.13Un giornalista scrittore
 Antonio Ghirelli
 
			Ho avuto numerosi contatti con Antonio Ghirelli all’epoca in cui 
			preparavo il mio libro sul Comandante, “Achille Lauro Superstar: la 
			vita, l’impero, la leggenda” (consultabile sul web), perché 
			anch’egli ne aveva trattato in “Un’altra Napoli. Achille Lauro 
			l’ultimo re borbone” del 1993 e nel volume “Napoli dalla guerra a 
			Bassolino” del 1998.Ogni volta che capitavo a Roma ci incontravamo per uno scambio di 
			opinioni: si parlava di Napoli e mi colpì molto un aneddoto 
			riguardante il preside del Liceo Sannazaro del Vomero che, durante 
			il fascismo, aveva avuto il coraggio di formare una classe con 
			ragazzi ed insegnanti ebrei.
 Parlando con lui, fui sorpreso dalle sue considerazioni sul rapporto 
			tra cristianesimo e socialismo che considerava l’unico pensiero 
			laico più vicino agli insegnamenti di Gesù perché fondato sulla 
			solidarietà. Nessuno, che stia bene, può far finta di niente se 
			qualcun altro sta male perché siamo tutti sulla stessa barca e non 
			si può ignorare il malessere degli altri.
 Non considerava la divinità di Gesù come l’elemento fondante del suo 
			insegnamento: per lui, il principio dal quale doveva derivare il 
			tutto, era l’affermazione “ama il prossimo tuo come te stesso ed, 
			allo stesso modo, anche il tuo nemico”. Considerava i primi tre 
			evangelisti, Matteo, Luca e Marco, i più grandi giornalisti mai 
			esistiti perché, con la semplicità della fede, senza orpelli 
			aggiuntivi, raccontano gli avvenimenti così come si sono verificati, 
			essendone stati, per molti di essi, anche protagonisti o spettatori. 
			Il problema è che, ad un certo punto, il movimento cristiano è 
			cresciuto ed ha avuto necessità di organizzarsi e ci si è affidati a 
			Paolo di Tarso che, da romano, ragionava da legislatore e questo ha 
			contribuito a creare un potere temporale che nel corso dei secoli si 
			è fatto sempre più imponente.
 Antonio Ghirelli nasce a Napoli il 10 maggio 1922. Frequenta il 
			Liceo Umberto, nel quartiere Chiaia, avendo compagni di classe o 
			d’istituto i giovani Raffaele La Capria, Giuseppe Patroni Griffi, 
			Francesco Rosi, Giorgio Napolitano, Francesco Compagna, Massimo 
			Caprara, con i quali cementerà un’amicizia durata tutta la vita.
 Pubblica i primi articoli sulla rivista “IX Maggio”, il giornale 
			della gioventù universitaria fascista. All’università di Napoli, che 
			all’epoca non era ancora dedicata al grande Federico II, oltre 
			all’amore per tutto quello che è cultura, libri,cinema, teatro, 
			scopre l’impegno politico che, nel 1942, lo porta ad iscriversi al 
			Partito Comunista ed a partecipare in seguito alla Resistenza. Negli 
			anni della Repubblica di Salò è cronista a “Radio Bologna Libera”, 
			allestita dagli Alleati e, dopo la guerra, inizia la vera e propria 
			professione giornalistica collaborando con “L’Unità” e “Milano 
			sera”.
 L’amore per lo sport lo porta a “Paese sera”, alla “Gazzetta dello 
			sport” e poi, dal 1966 al 1977, a dirigere “Tuttosport” e “Corriere 
			dello sport”.
 La sua grande e multiforme cultura gli permette di scrivere articoli 
			di terza pagina per il “Corriere della sera”, “Il Politecnico”, 
			“Repubblica d’Italia”, “Il Mondo” e “l’Avanti!”, organo del Partito 
			Socialista cui si iscrive nel 1956 quando, a seguito dell’invasione 
			dell’Ungheria da parte della Russia, lascia il Partito Comunista.
 Il primo presidente socialista della Repubblica Italiana, Sandro 
			Pertini, lo vuole a capo dell’Ufficio Stampa del Quirinale, incarico 
			da cui si dimette nel 1980 in seguito alla diffusione di un 
			comunicato stampa nel quale il Presidente Pertini auspica le 
			dimissioni del Ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, di cui si 
			vocifera un probabile favoreggiamento a beneficio di Marco Donat 
			Cattin, terrorista di Prima Linea, figlio di Carlo, importante 
			esponente democristiano. In realtà, il comunicato era stato scritto 
			da altri ma Ghirelli se ne assume la responsabilità per tutelare un 
			giovane collaboratore. Qualche anno dopo, Marco Donat Cattin muore 
			tragicamente cadendo nel vuoto tra i guardarail di un’autostrada nel 
			tentativo di prestare soccorso ad automobilisti coinvolti in un 
			incidente sull’altra corsia.
 Dal 1983 al 1986 Ghirelli è chiamato dal capo del governo Bettino 
			Craxi a dirigere l’Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei 
			Ministri. Dal 1986 al 1987 è direttore del TG2 e, dal 1988 al 1989, 
			direttore dell’”L’Avanti!”.
 Mi parlava del socialista Craxi in maniera entusiasta: diceva che 
			era dotato di un’umanità enorme ma era stato tradito da molti. Mi 
			raccontò che, durante un viaggio a Buenos Aires dopo la caduta del 
			regime fascista che aveva fatto letteralmente sparire migliaia e 
			migliaia di oppositori (i “desaparecidos”) e l’elezione a presidente 
			di Raùl Carlo Alfonsìn, giornalisti argentini gli avevano raccontato 
			che erano accorsi per ascoltare e vedere da vicino Bettino Craxi 
			che, negli anni dell’oppressione, li aveva sostenuti politicamente e 
			finanziariamente. Alla richiesta di Ghirelli di poter scrivere 
			sull’argomento, ci fu il divieto del politico che, da buon 
			siciliano, volle tenere riservata quell’opera meritoria.
 L’amarezza del vecchio socialista Ghirelli è stata raccontata da 
			Nello Ajello su “Repubblica” quando, nel ricordarlo dopo la morte, 
			avvenuta a Roma l’1 aprile 2012, ne ha evidenziato il dolore nel 
			constatare, nella sua qualità di militante ed ex direttore 
			dell’”Avanti”, che personaggi come Walter Lavitola, ultimo 
			proprietario della gloriosa testata, si professassero socialisti, 
			tradendo il significato, per lui sacro, di quel termine.
 La produzione letteraria di Ghirelli, dal 1954 al 2011, spazia dal 
			teatro alla storia, dallo sport alla politica.
 E’ autore di teatro (“Mettiamo le carte in tavola” per Aldo Giuffrè, 
			la bellissima “Io, Raffaele Viviani” interpretata dal grande Achille 
			Millo e da Marina Pagano ed “Un borghese napoletano) e saggista 
			(“Storia del calcio in Italia” , ”Tre volte Campioni del mondo”, 
			“Storia di Napoli”, “Napoli italiana”, “Napoli sbagliata”, “Napoli 
			dalla guerra a Bassolino”, “Effetto Craxi. Profilo di un nuovo 
			leader”, “Moro tra Nenni e Craxi”, “Tiranni: da Hitler a Pol Pot”, “ 
			Un secolo di risate: Eduardo, Totò e gli altri”, Democristiani. 
			Storia di una classe politica dagli anni Trenta alla Seconda 
			Repubblica”, “Aspettando la rivoluzione. Cento anni di sinistra 
			italiana”, “Una moglie incantevole”, ultima sua fatica pubblicata 
			nel 2011).
 Il suo amico di gioventù, il presidente Giorgio Napolitano, lo ha 
			ricordato come “interprete autentico dell’anima di Napoli” oltreché 
			“giornalista di razza, guidato dalla sua passione di democratico e 
			di socialista” ma il più bel ricordo ne è stato scritto da Cesare 
			Lanza: Ghirelli è stato “giornalista, scrittore, partigiano, spirito 
			inquieto e ribelle, curioso di tutto e di tutti, uomo buono e per 
			bene: ricordiamo la sua passione politica, il suo estro, la sua 
			versatilità, la sua nobile e sanguigna napoletanità, il suo 
			umorismo, la sua ironia gentile, il suo amore infinito per la moglie 
			Barbara”.
 Con Antonio Ghirelli continuavo a mantenere un contatto epistolare.
 Aveva in animo di scrivere un nuovo libro su Achille Lauro ma, 
			candidamente, mi confessò che, dopo aver letto il mio, non avrebbe 
			avuto nulla da aggiungere: naturalmente, questa dichiarazione mi ha 
			reso orgoglioso.
 
			 
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