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			Cap.47Cervelli da Nobel
 Marina Faiella
 
			Tra i napoletani da ricordare, a fronte dei 100 anni del professor 
			Alessandro Cutolo, Marina Faiella, con i suoi 28 anni, è certamente 
			la più giovane con un grande futuro davanti. Napoletana verace, con il cognome in comune con il celebre Peppino 
			Di Capri, nata in una famiglia di chimici, sin da bambina amava 
			curiosare tra gli strumenti di laboratorio: il suo destino era 
			segnato.
 Ha avuto la fortuna di essere allieva, a Napoli, del Professor 
			Pavone, uno scienziato che si sveglia alle 4 del mattino per 
			studiare e lavorare. Un anno e mezzo fa, si è decisa a spiccare il 
			volo per l’estero, dapprima verso l’Olanda alla facoltà di 
			tecnologia di Delft, quindi come ricercatrice presso l’Arizona State 
			University.
 La materia cui si dedica Marina è la possibilità di ottenere energia 
			pulita dai batteri in quantità illimitata e per le sue ricerche 
			quest’anno, la prima volta per un’italiana, è stata premiata con il 
			“For Women in Science” assegnato dall’Unesco, un riconoscimento che 
			spesso prelude al Nobel, come è capitato alla statunitense Blackburn 
			ed all’israeliana Yonath, vincitrici nel 2009 per la medicina e la 
			chimica.
 L’idea alla base degli studi di Marina potrebbe cambiare il mondo.
 La sua ricerca mira a realizzare carburanti ed energia elettrica 
			senza emissioni di anidride carbonica, replicando in laboratorio la 
			capacità di alcuni batteri di produrre idrogeno dall’acqua, 
			attraverso alcune proteine, chiamate “idrogenasi”.
 Attualmente, noi otteniamo idrogeno dal metano sprecando energia, a 
			differenza di alcuni batteri che, per attivare il loro metabolismo, 
			producono l’idrogeno come prodotto di scarto.
 Pochi etti di uno di queste minuscole forme di vita potrebbero far 
			camminare un razzo per un paio d’ore.
 Bisogna studiare la complessa struttura di queste straordinarie 
			molecole, carpirne il segreto e riprodurlo da sostanze semplici.
 Se il progetto di Marina avrà successo, potremo ottenere energia 
			dall’acqua e dal sole e finalmente quell’economia dell’idrogeno, 
			finora rimasta una chimera, potrà decollare con imprevedibili 
			benefici per l’umanità.
 Grazie alla vicinanza del fidanzato, anche lui ricercatore, che la 
			segue nei suoi spostamenti (che non saranno pochi), Marina sopporta 
			la nostalgia della sua casa di Napoli, da dove vedeva il Vesuvio ed 
			il mare mentre ora deve accontentarsi della piscina del condominio e 
			di un cielo sempre nuvoloso.
 Fino a quando non riuscirà a dirigere un gruppo tutto suo, 
			all’incirca intorno ai 40 anni, sarà costretta a cambiare continente 
			ogni 2-3 anni. Per il resto è una ragazza come le altre: gioca a 
			tennis e canta come soprano nel coro dell’Università.
 Brava Marina ed appuntamento per il Nobel.
 
			 
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