Giuseppe Marullo

  Capitolo 4
Attribuzioni respinte

La scarsa conoscenza dell'artista ha fatto si che negli ultimi anni venissero attribuiti al Marullo i dipinti più disparati, spesso diversissimi dal suo stile. E' il caso degli affreschi posti nella terza cappella a sinistra (fig. 77) nella chiesa della Sapienza, raffiguranti la Flagellazione, la Crocifissione e Cristo alla colonna, indicati come autografi in occasione della parziale e temporanea riapertura al pubblico del tempio, dopo una chiusura durata quasi cinquant'anni. La nuova guida della chiesa, distribuita al pubblico, seguiva il parere del Galante, ma gli affreschi, tra l'altro molto rovinati, sono attribuibili all'ambito di Giacinto De Popolo e collocabili cronologicamente agli anni in cui furono eseguite le decorazioni delle altre cappelle, intorno al 1668 - 69 (fig. 78).

 

Sempre al De Populo appartiene la tela rappresentante le tre sante salernitane Tecla, Susanna ed Archelaa (fig. 79) conservata nella chiesa di San Giorgio a Salerno.
La Testa di apostolo (fig. 80) conservata all'Accademia delle Belle Arti di Napoli ed indicata nelle schede della Sovrintendenza come autografa è un errore attributivo macchiano, essendo la tela estranea in maniera lampante ai modi pittorici del Nostro e collocabile nell'ambito di Francesco Fracanzano.
La Sant'Apollonia (fig. 81) della raccolta Pellegrini di Cosenza assegnata, in via ipotetica, al Marullo dal Willette è viceversa uno splendido autografo stanzionesco, come da me indicato nella scheda della collezione, confortato dall'unanime parere di Spinosa e Leone de Castris.

 

La Madonna col Bambino e San Nicola (fig. 82), oggi nel contenitore dell'Incoronata del Buon Consiglio, presenta un ampio scorcio di paesaggio proprio del Beltrano, che lascia il suo imprinting anche nel volto della Madonna.
Il Sacrificio di Isacco (fig. 83) del museo Fesch di Ajaccio, avvicinato dal Lattuada ai modi del Marullo, ci sembra, se non autografo, più vicino all'ambito del Guarino, al quale lo assegnò in passato, in una sua comunicazione scritta al museo, lo stesso Roberto Longhi.


Fig. 82 - 83

Il Rachele e Giacobbe (fig. 84) della pinacoteca di Capodimonte, che in passato ha avuto una proposta di passaggio nel catalogo del Marullo, è uno dei capolavori del De Rosa, di una qualità altissima mai raggiunta dal nostro artista ed inoltre, in basso a sinistra, esso presenta la firma nascosta del Pacecco, che in questo come in altri dipinti ha voluto immortalare il suo cane. (A tal proposito consulta sul web la mia monografia sul De Rosa). Ed infine la Madonna col Bambino (fig. 85), passata in asta come Marullo, pur appartenendo alla scuola stanzionesca, non presenta caratteri tali da giustificare un'attribuzione al nostro artista.


Fig. 84 - 85

<<capitolo precedente

torna su

prossimo capitolo>>